CULTURA
Fuori dagli schemi, dentro l’Europa!
22 novembre, 2018
Una settimana davvero incredibile dove in un unico luogo si sono sommate competenze, arti, scuole e professioni. A tutti i partecipanti e a tutti gli ospiti vogliamo dire a voce alta il nostro GRAZIE. Grazie per aver accettato la “provocazione” di un Museo che, partendo dal sogno di un uomo, è diventato un amplificatore di sapere e di vissuti.
“La cultura industriale, ponte tra economia e crescita sociale al centro dell’identità europea“, questo il titolo della XVII edizione della Settimana della Cultura d’Impresa. Per noi alfisti, quel ponte non poteva che essere quello di Dion, caro alle trazioni posteriori di numerose Alfa Romeo negli anni ’70 e ’80. E quando si parla di Alfa e vintage, non può che emergere il nome di Antonino D’Anna, direttore de “Il Garage dell’Alfista”, che ha inaugurato il calendario della nostra Settimana, con uno dei grandi amori di sempre: la Giulia! Ma non era solo, con lui Giorgio Langella storico collaudatore Alfa Romeo e Ivan Scelsa presidente dell’associazione Cinemalfa e Domenico Pepè presidente del Registro Italiano Giulia.
Immancabile la presenza di Pietro Cozzi, presentato da D’Anna con un citazione di avanguardia pura, un rimando d’autore alla sigla di Mixer, lo storico programma Rai condotto da Giovanni Minoli che, per un attimo, ci ha riportato indietro a quegli anni gloriosi, in cui Giulia era protagonista assoluta.
E dopo una domenica di passione, il lunedì di riflessione in compagnia Giuseppe Morici, Ceo di Bolton Alimentari, e in precedenza manager presso Procter & Gamble e in Barilla con il quale abbiamo proseguito il nostro percorso “Lasciati Guidare“, volto a scandagliare il complesso tema dell’etica manageriale. Dopo Oscar di Montigny, Niccolò Branca e Filomena Pucci, Amanda Colombo (popolare libraia legnanese, organizzatrice di innumerevoli iniziative culturali e Woman In Power) ha condotto un interessante approfondimento partendo dal secondo libro pubblicato da Morici: “Fare i manager rimanendo brave persone”. Il rapporto tra imprenditore e manager e la condivisione di anni di grande esperienza personale e professionale hanno regalato ai presenti, interessanti punti di riflessione per interpretare il panorama economico attuale e intravedere scenari di un prossimo futuro.
“L’architettura è sempre stata e oggi è più che mai un rito magico: tutte le volte che si perde la realtà magica dell’architettura si perde anche l’architettura.“ Ettore Sottsass”
E c’è sempre una prima volta. Dopo aver portato galà, musica, numerosi scrittori, shooting fotografici, giovedì 15 novembre è approdato al Museo anche il teatro! Grazie all’evento organizzato da Fideuram, storico partner del Museo, abbiamo avuto il piacere di ospitare Roberto Bonzio e il suo spettacolo “Dobbiamo tutto agli Hippie. Alle radici della New Economy”.
Dalle parole di Ralph Waldo Emerson e dalla filosofia dei trascendentalisti americani, alla furia poetica di Alleng Ginsberg e della beat generation, passando dai pionieri alla ricerca dell’oro nel selvaggio west, fino ai pionieri dell’informatica, Bonzio ha presentato una carrellata di Utopici visionari capaci di trasformare il mondo.
Sul palco alcuni oggetti capaci di portarci in altre epoche e in altri luoghi, come la Olivetti Valentine nata dalla penna di Ettore Sottsass, oggetti che sono storie e storie che sono Arte. Due continenti, molte generazioni, numerosi tomi letterari e infinite note hanno trovato casa in un museo d’auto. Luoghi “piccoli” spalancati sul mondo grazie allo spettacolo di Roberto Bonzio e alle suggestioni sonore e visive curate rispettivamente da Luca Presence Carini e Roberta Gaito, con la regia di Alessio Mazzolotti.
Avevamo incontrato Roberto Bonzio qualche mese fa grazie a Egidio Alagia e la proposta di poterlo ospitare al Museo ci ha reso particolarmente felici.
La settimana si è conclusa nel migliore dei modi, in compagnia della giornalista Anna Prandoni. Come da sua affermata e buona abitudine, Anna non si è presentata a mani vuote e ha portato due amici preziosi: Barbara Rizzardini direttrice dell‘Accademia del Panino Italiano e Daniele Reponi.
“L’Accademia del Panino Italiano è un punto di riferimento culturale e tecnico per operatori e studiosi del settore e per chi vuole approcciare questo tema per farne una professione. Un luogo capace di coniugare la tradizione territoriale italiana e le innovazioni contemporanee” si legge nella loro presentazione. Averli al Museo ci ha dato l’occasione per sentire i profumi del nostro Paese, accompagnati dall’irresistibile accento modenese di Daniele Reponi che, insieme all’entusiasmo di Barbara Rizzardini e alla competenza di Anna Prandoni, ci hanno accompagnati in una nuova tappa di quel viaggio che qui chiamiamo Italia. E chissà, che da questa serata non nasca il “Panino Alfista”.
Vi diamo anche un buon suggerimento per i regali di Natale: perché non regalare un corso all’Accademia del Panino? Qui trovate maggiori info, perché se mangiare un’arte, preparare il miglior Panino Italiano è di certo una professione!