PASSIONE
Marcella Bianco: pilota a sorpresa
25 gennaio, 2018
Pilota o Pilotessa? Brava o sexy? Grazie all’intervista a Marcella Bianco ci siamo posti qualche ragionevole dubbio sulle quote rosa dell’automobilismo
Insieme a Luigi Bianco abbiamo incontrato Marcella, sua moglie, ufficio stampa, navigatore. Una vita intera condivisa negli angusti abitacoli sportivi, un legame solido e una bella storia da raccontare. Non sapevamo che anche lei avesse un passato da pilota… o pilotessa. Ecco è iniziata così la nostra riflessione…
Pilota o Pilotessa, chiediamolo all’Accademia della Crusca
La declinazione del termine è uguale a quella di altri termini di origine greca in –ota (per es. idiota e patriota). Al singolare esce quindi in –a sia per il maschile sia per il femminile (pilota, ma i dizionari ottocenteschi attestano anche la forma piloto), mentre al plurale esce in –i per il maschile (piloti) e in –e per il femminile (pilote). La forma pilotessa risulta attestata solo in anni recentissimi ed è modellata su altri termini in –essa, v. il titolo “Da pilotessa di guerra a profetessa dei droni”, Dronezine. La prima rivista sui droni, 21.10.2013. Costituisce quindi un neologismo non necessario, vista la possibilità di usare anche al femminile la forma pilota.
” Questo sport si sta piano piano espandendo anche nel settore femminile.”
Molto si è fatto in questi anni per migliorare il binomio donne-motori, ma pensiamo che moltissimo ci sia ancora da fare. Per esempio dando spazio a storie di automobilismo femminile, raccontando la loro storia perché sono “agguerrite, hanno il piede pesante sull’accelleratore e, spesso, sono anche belle, avvenenti e sensuali”, ma semplicemente perché sono brave. L’intervista a Marcella Bianco ci ha dato l’occasione per sfogliare una storia di automobilismo al femminile.
Marcella Bianco si racconta
Marcella, come è iniziata la tua storia?
Praticavo l’atletica leggera, ero una velocista. Nel ’69 ho conosciuto Luigi, non era ancora mio marito e mi ha chiesto di fare da navigatore a una gara di regolarità pura, per la prima Coppa del Salento. Successivamente abbiamo iniziato a fare rally con una mini 850 che era la vettura che usavo per lavorare.
Poi abbiamo fatto rally nazionali e internazionali e siamo passati a vetture più grosse. Sono rimasta con lui 8 anni e successivamente ho navigato con altre persone. Con una ragazza ho fatto il centro sud vincendo il Campionato Italiano nel 1985. Successivamente ho partecipato a gare in salita e all’epoca ero l’unica donna, poi si sono aggiunte altre signore.
Nell’ambiente ci sono rimasta, prima come ufficiale di gara ora come appassionata e ho visto entrare molte ragazze soprattutto nel settore rellystico. Questo sport si sta piano piano espandendo anche nel settore femminile.
La nuova promessa…
Giorgia Scalone, per anni ha ignorato il mondo automobilistico, anche se suo padre ha partecipato a tanti rally. Sono due anni che Giorgia è a pieno ritmo, sta facendo una bellissima carriera. E informata su tutto, conosce il regolamento, è preparatissima e molto brava. Vedo in lei l’entusiasmo che avevo quando sono partita.