Si chiama Marta Bianchi ed è la custode del nostro sapere. Da mesi sta lavorando all’archivio del Museo e grazie al suo lavoro, presto “ne sapremo delle belle”.
Oggi vi facciamo sbirciare nel “cervello del Museo”, ovvero il nostro Cozzi.Lab dove incontriamo Marta Bianchi, laureata in archivistica e biblioteconomia che si sta occupando della catalogazione e digitalizzazione dei documenti del Museo. Lei sa tutto di noi e ci aiuta a ricostruire pagine importanti di questo “racconto chiamato Italia“.
Scendiamo le scale rosse e la incontriamo lì, dietro le vetrine del Lab intenta a ordinare, archiviare e registrare pagine e pagine.
Da quanto tempo stai lavorando all’archivio?
Sono arrivata al Museo Fratelli Cozzi nel settembre 2017 e ad oggi sono stati catalogati più di 2500 documenti tra libri, manuali e manifesti (circa 10.000 pagine).
Quale sarà il prossimo step?
(Sorride, sospira) Stiamo iniziando la catalogazione delle fotografie e la loro digitalizzazione.
La mole di lavoro sarà importante perché sono davvero tantissime le foto conservate in questi primi 60 anni di attività. Parte del materiale sarà, in un secondo momento, consultabile on line.
C’è stata una cosa che ti ha colpito in particolare in questi mesi?
La quantità di modelli diversi, come per Giulietta e Alfa 33. Non pensavo ci fossero così tanti modelli per ogni tipo! Mi sono inoltre stupita di alcune pubblicità davvero belle. Ci sono dei calendari stupendi degli anni ’80 e ’90.
Salutiamo Marta che torna a concentrarsi sulla mole di lavoro che ancora l’attende e la ringraziamo per lo straordinario contributo. E’ sicuramente tra le pietre di volta del Museo.
“Mi sono sempre immaginato il paradiso come una specie di biblioteca”
(Jorge Luis Borges)