Elvira racconta
Elvira racconta Domenico Chirico
22 FEBBRAIO, 2017
Elvira Ruocco è entra a far parte del team del museo e nella rubrica “Elvira Racconta” condividerà curiosità e aneddoti che non si conoscono o non si ricordano. Ripercorreremo insieme a lei la leggendaria storia dell’Alfa Romeo
Sono dispiaciuta di non aver potuto andare al funerale dell’ing. Chirico a cui ero molto affezionata. Sapevo che era malato ed avevo chiamato diverse volte la signora Chirico per avere sue notizie. L’ultima telefonata mi fece intendere che le sue condizioni erano peggiorate.Ricordo che la signora voleva passarmelo al telefono ma lui non volle parlare con me.
Come con gli altri grandi personaggi dell’Alfa che ho avuto l’onore ed anche la fortuna di conoscere e che purtroppo non ci sono più, la stima e l’ammirazione che provavo per Chirico si era trasformata nel tempo in amicizia. Quando lavoravo in Alfa veniva spesso a trovarmi per le sue ricerche. Scriveva per la rivista Auto Tecnica interessanti articoli sui motori e sulle vetture dell’Alfa.
Come feci con il signor Busso, gli suggerii di mettere insieme tutto questo materiale e farne un libro. Accettò il mio consiglio e il libro ” L’Alfa e le sue Auto” fu pubblicato e presentato dal Club Alfa Sport a Luino il 24 giugno del 2007 (e la scelta di questa data non fu casuale….).
Dopo la presentazione m’invitò a pranzo a casa sua insieme a Guido Moroni e in quell’occasione si mise al pianoforte per suonare una canzone di mio padre. Ricordo anche che venne a vedermi recitare al Teatro Parrocchiale di Mazzo di Rho e ne fui felicissima.
Era una persona gentile e sensibile, la sua scomparsa è una grave perdita per l’Alfa Romeo e per la sua famiglia.
Voglio immaginare che si sia ritrovato con Moroni e Busso, seduti ad un tavolo davanti ad un disegno a parlare di Alfa, come facevano in Archivio.
Riposa in pace, caro ingegnere.
L’INTERVISTA CHE ELVIRA REALIZZÒ NEL 2010 ALL’ING. DOMENICO CHIRICO DEDICATA ALLA NASCITA DELL’ALFASUD
“Cari ascoltatori e amici Alfisti, buongiorno da Elvira Ruocco ai microfoni di Radiorizzonti . La scorsa settimana vi avevo anticipato che avrei parlato di Alfasud con un ospite d’eccezione: l’ing. Domenico Chirico, che per molti anni è stato uno dei responsabili della progettazione Alfa Romeo. Buon giorno Ingegnere, è davvero un piacere averla qui ai microfoni di Radiorizzonti ed un onore per me. Prima d’iniziare a parlare di Alfasud vorrei che lei raccontasse brevemente quando è entrato in Alfa e quale è stata la sua esperienza professionale.
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CHIRICO
La Signora Ruocco è riuscita a descrivere con poche, sintetiche battute una storia industriale che continua a tutt’oggi con una fabbrica del Sud d’Italia che ha sempre costruito veicoli a marchio Alfa Romeo.
Il nome Alfasud porta al ricordo di Rudolf Hruska, una persona che ha legato il proprio nome alla fabbrica di Pomigliano d’Arco ed alla macchina qui costruita.
RUOCCO
Chi era Hruska? Quando giunse in Alfa Romeo?
CHIRICO
Hruska, un austriaco, ingegnere ed anche ottimo driver, si era formato prima della guerra presso lo studio Porsche ed aveva partecipato allo sviluppo industriale della vettura Volkswagen, l’auto del popolo voluta da Hitler.
Nel corso della guerra fu destinato al coordinamento dei veicoli bellici studiati dalla Porsche, come il carro armato Tigre, e, sotto questa veste, venne in Italia ove divenne amico di vari personaggi, fra i quali Tazio Nuvolari e Giuseppe Luraghi, il futuro Presidente dell’Alfa Romeo
Hruska giunse in Alfa Romeo nel 1959 come consulente tecnico della Finmeccanica per ottimizzare la produzione della vettura 1900 che si produceva in quegli anni.
Saltiamo al 1967 quando, dopo la decisione IRI di far nascere una fabbrica d’auto nel sud dell’Italia, Luraghi affidò questo incarico a Hruska che, nel frattempo, si era molto italianizzato e divenuto “alfista” a tutti gli effetti.
RUOCCO
Come nacque lo stabilimento di Pomigliano?
CHIRICO
Hruska si avvalse della collaborazione di ex manager italiani della fabbrica d’automobili francese Simca che era stata acquisita dall’americana Chrysler ( … la solita Chrysler!).
RUOCCO
Chi progettò la vettura?
CHIRICO
Non furono i tradizionali progettisti dell’Alfa perché oberati dallo studio dell’Alfetta e degli altri prodotti Alfa ma un gruppo creato ad hoc del quale ebbi la responsabilità. Lo stile della macchina fu affidato a Giugiaro e al suo Studio che costruì anche i primi prototipi.
Non ci soffermiamo a descrivere la macchina perché nota a tutti essendo stata costruita in numerosi esemplari che hanno circolato in Italia e all’estero: essa fu chiamata Alfasud e, poi, denominata Alfa 33 nel 1983, quando cambiò il vestito.
Va detto che la vettura fu tratteggiata da Hruska in un breve capitolato che noi tralucemmo in veicolo reale. I primi disegni nascevano agli inizi del 1968. Nel febbraio 1972 le prime auto uscivano dalle catene di montaggio di Pomigliano. Hruska divenne Amministratore Delegato della Società’Alfasud.
RUOCCO
Chi eseguì le prove di messa punto degli organi della macchina?
CHIRICO
Una carta vincente fu il Centro Sperimentale Alfa i cui uomini portarono un formidabile contributo alla creazione dell’auto. E, bisogna anche dire che queste persone dipendevano direttamente dal mio ex-superiore, l’ing. Orazio Satta la cui signorilità contribuì a portare avanti i lavori senza intoppi!
RUOCCO
Cosa avvenne nel gennaio 1974?
CHIRICO
Tutte le indicazioni del mercato spingevano ad incrementare la produzione dello stabilimento lombardo di Arese a 1.000 unità giornaliere (si era a 650 vetture/giorno) e la Presidenza chiese all’IRI i fondi per completare Arese. A questo punto un influente politico campano chiese all’IRI di destinare quei fondi per costruire in Campania quelle Alfette che si volevano fare al nord. Una richiesta di poco buon senso alla quale Luraghi cercò di opporsi. Ne seguì la sua defenestrazione e quella di altri manager della Direzione Alfa, fra i quali lo stesso Hruska. Ma l’IRI non volle mollare Hruska e lo nominò sovrintendente delle Progettazioni e Sperimentazioni dei prodotti Alfa.
RUOCCO
Quali furono le conseguenze di questi cambiamenti?
CHIRICO
Fermiamoci a Pomigliano ove Hruska godeva di un ampio carisma presso i manager di quella fabbrica. Si spiega così la rapida nascita dello stabilimento che nel febbraio 1972 prese a sfornare le prime auto nella versione base a 4 porte e motore a benzina a cilindri contrapposti (poi detto, alla tedesca, “boxer”).
Senza Hruska la fabbrica era divenuta acefala, perché ora senza il suo padre naturale, e andò soggetta a pesanti anomalie produttive la più pesante delle quali, la ruggine sulla carrozzeria, fu fortemente negativa sulla immagine del prodotto. Tutto ciò cessò quando a Capo della Direzione di Qualità di Pomigliano fu inviato da Milano Achille Moroni il quale affrontò e risolse con rapidità i problemi della corrosione.
Si può affermare che se Hruska fosse rimasto al suo posto la ruggine avrebbe avuto vita breve ma per la politica italiana questo non era importante…
RUOCCO
Come andò il seguito?
CHIRICO
A Pomigliano fu concentrata la costruzione dei modelli Alfa e, presto, verrà portata qui la produzione della nuova Panda Fiat. ”
BIOGRAFIA DOMENICO CHIRICO
Domenico Chirico entrò al Portello nel 1952, dove per oltre dieci anni si occupò della progettazione di veicoli industriali (camion e autobus). Per i successivi cinque lavorò al Centro Sperimentale sotto la direzione dell’Ing. Nicolis dove contribuì alla messa a punto e perfezionamento delle autovetture, occupandosi per la prima volta anche di motori. Col ritorno di Rudolf Hruska all’Alfa Romeo, nel 1966 Chirico fu nominato Ingegnere capo del progetto Alfasud, con completa responsabilità sulla parte progettuale della nuova vettura. Nel giugno del 1976, vi fu una fusione di tutti i rami gestionali di Alfasud e Alfanord, e la direzione dell’intera progettazione fu portata ad Arese. Chirico divenne così il responsabile capo di tutte le parti meccaniche delle vetture Alfa Romeo prodotte a Pomigliano e ad Arese. In questi anni diresse la progettazione e lo sviluppo dei modelli 33, 75, 90 e 164. Quando l’ing. Surace lasciò l’Alfa Romeo nel 1985, Chirico assunse le funzioni di Ingegnere capo per l’intera gestione tecnica della società. In pensione dal giugno 1988, mantenne contatti con l’Alfa Romeo come consulente. Nel 2007 pubblicò il volume “L’Alfa e le sue auto”.
Quando vedo un’Alfa Romeo mi tolgo il cappello.
(Henry Ford)