ELVIRA RACCONTA
Gli autocarri dell’Alfa Romeo
25 gennaio 2018
Il problema del combustibile non è argomento solo dei nostri tempi. Ma come risolse il grave problema Alfa Romeo, durante gli anni dell’autarchia? Lo racconta Elvira Ruocco.
E’ interessante rilevare come l’Alfa Romeo cercò di risolvere il grave problema del combustibile durante gli anni dell’autarchia, realizzando camion che si dimostrarono capaci di eccellenti prestazioni, anche dopo opportune trasformazioni per il funzionamento a gassogeno. Nel 1934, infatti, erano già disponibili modelli equipaggiati con il gassogeno “Roma”, un impianto che dal carbone di legna generava il gas che azionava il motore.
Significativa a tal proposito è la vittoria nell’estate del 1935 di un Alfa Romeo T85G al concorso internazionale per autocarri a gassogeno svoltosi lungo il percorso Roma-Bruxelles-Parigi, effettuato con un carico di 7.000 chilogrammi lungo tutto il tragitto di 3000 km, durante il quale il camion Alfa Romeo non registrò incidenti e guasti di alcun genere.
Nel periodo bellico la produzione dell’Alfa fu quasi completamente destinata alla Forze Armate, in questo periodo finiva pure , per la fabbrica milanese l’era dei “musi lunghi” in quanto nel 1940, con la presentazione dei nuovi modelli a cabina avanzata, cessava la produzione dei caratteristici “musoni”.
La nuova era aveva inizio con due autocarri a cabina avanzata rispondenti alle leggi allora in vigore, riguardante l’unificazione degli automezzi destinati al trasporto delle merci. Contraddistinti dalle sigle 430 e 800 essi spiccavano fra la produzione dell’epoca per la loro modernità, dovuta in particolare al disegno della cabina avanzata sopra il motore, la cui forma arrotondata rispondeva alle più aggiornate esigenze di funzionalità e spaziosità, soprattutto se raffrontati con gli altri veicoli industriali dell’epoca.
A causa dello scoppio della seconda guerra mondiale non ebbero un largo impiego per usi civili, dei due modelli, il 430 medio e il pesante 800, il primo risultò il più diffuso grazie alle sue dimensioni più idonee ad un impiego più articolato.Queste due serie furono costruite fino al 1958, anno in cui cedettero il passo al nuovo modello Mille equipaggiato con un motore disel a 6 cilindri di 11 litri. Con questo camion, uscito di produzione nel 1964, l’Alfa Romeo mise la parola fine alla sua storia nel settore dei veicoli pesanti.
Ma non uscì ancora del tutto dal settore del trasporto merci perché il suo marchio continuò ad essere presente nei veicoli commerciali e leggeri, campo nel quale l’Alfa era entrata già nel 1954 con il famoso furgone Romeo che fu presentato insieme alla vettura Giulietta Sprint e a sua volta sostituito nel 1968 con i modelli F11, F12, A11 e A12, anch’essi costruiti in due serie identificabili però esternamente dal diverso disegno della calandra.
Contemporaneamente, in seguito ad un accordo con la francese Saviem, l’Alfa Romeo ampliò la propria gamma dei veicoli leggeri con diverse versioni del modello d’oltralpe.
Nel 1978 la produzione fu rinnovata con la nuova gamma AR8 , gli ultimi veicoli per il trasporto merci con il marchio Alfa Romeo, rimasti in produzione fino alla fine degli anni ottanta. Con questa uscita di scena si chiudeva definitivamente un capitolo di storia dell’autotrasporto segnato dalla competizione fra i marchi di fabbrica dell’industria automobilistica nazionale.
Elvira Ruocco Memoria storica dell’Alfa Romeo grazie alla sua ultra ventennale esperienza presso il Centro di Documentazione Storica Alfa Romeo, è entra a far parte del team del Museo e nella rubrica “Elvira Racconta” condividerà curiosità e aneddoti che non si conoscono o non si ricordano. Ripercorreremo insieme a lei la leggendaria storia dell’Alfa Romeo.