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Auto d’epoca o di interesse storico 
25 gennaio, 2025
“Mi capita spesso di ascoltare bellissime storie legate all’Alfa Romeo raccontate dai visitatori del Museo: la nostra amata Alfa è stata ed è davvero presente nella vita di tutti noi. Ci sono tante curiosità da condividere e, nel contempo, tanta storia da conoscere e divulgare. Ivan Scelsa, oltre a essere un grande amico, è giornalista e autore, presidente del club CinemAlfa e lui, di storia e di storie legate ad Alfa Romeo, ne conosce davvero moltissime. Per questo i racconti che leggerete nella nuova rubrica, saranno per certo per tutti noi coinvolgenti e affascinanti. Grazie Ivan” Elisabetta Cozzi

Dettaglio interno Giulia TI Super

Dettaglio volante: il Biscione 

Dettaglio interno Giulia TI Super

Dettaglio interno Giulia TI Super –  Volante e cambio

Ivan Scelsa

Giornalista e scrittore, Presidente Associazione CinemAlfa

Auto d’epoca o di interesse storico?

Il quinto articolo della nuova rubrica:

“Ivan racconta: storia e storie di Alfa Romeo”

di Ivan Scelsa

Auto storica o auto d’epoca? Quanta confusione… e quanta disinformazione a riguardo.

Sebbene ai meno interessati all’argomento possano sembrare faccia della stessa medaglia, le differenze tra l’una e l’altra sono sostanziali e, soprattutto in alcune Regioni, possono fare (e non poco!) la differenza.

Per parlarne, però, occorre fare una doverosa premessa. In tal senso, a intervenire in materia è lo stesso Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n. 285 (il Codice della Strada, per intenderci), quella che è la principale norma di riferimento per la disciplina della circolazione stradale. In esso, infatti, trova spazio anche la nomenclatura della tipologia di veicoli che ne sono assoggettati al rispetto e, tra questi, senza voler entrare in tecnicismi, rientrano anche le categorie in argomento.

Il tutto nasce da una primaria considerazione del legislatore, ovvero la necessità di tutelare alcuni veicoli che smettono di essere dei semplici mezzi di trasporto, diventando testimoni di un’epoca in relazione allo specifico periodo costruttivo. Questo riconoscimento, ovviamente, comporta il cambiamento di status del bene, da quel momento assoggettato a nuovi benefit fiscali e assicurativi tanto quanto a obblighi negli anni precedenti inesistenti. 

“Auto storica o auto d’epoca? Quanta confusione… e quanta disinformazione”

Ma prima entrare nel dettaglio, è fondamentale dare un dettaglio temporale circa l’acquisizione dello status di “auto d’epoca” che avviene ai trent’anni dalla prima immatricolazione. Non è questo però l’unico elemento indispensabile per il riconoscimento dello status: affinché si possa definire tale, l’auto deve essere mantenuta in stato decoroso e condizioni quanto più possibile fedeli all’originale. Ma perché conviene?

Come accennato, al di là dell’indubbio e personale piacere del riconoscimento, poter annoverare il veicolo tra quelli tutelati comporta una serie di benefici che concernono sia gli importi dovuti per il pagamento del bollo e tassa di possesso che dell’assicurazione (anch’essa agevolata) e priva di classe di merito, sensibilmente variabile a seconda della compagnia di riferimento.

Fin qui ciò che concerne la condizione di veicolo d’epoca, il cui rilascio del CRS (Certificato di Rilevanza Storica) viene rilasciato dall’ASI, dai Registri Alfa Romeo, Lancia e Fiat, oltre che dalla FMI per i motocicli.

Alfa Romeo storiche

Dettaglio anteriore auto collezione Museo Fratelli Cozzi 

Parliamo di veicoli storici

Diverso, invece, il discorso relativo ai veicoli storici. La norma prevede che, a partire dal ventesimo anno dall’immatricolazione, il mezzo possa essere riconosciuto come di “interesse storico”. Ma come si procede? Indispensabile, in questo caso, l’iscrizione a uno dei citati Enti certificatori che, rilasciando il CRS, consentiranno alla vettura di acquisire lo status richiesto, ottenendo (per alcune regioni) la riduzione o l’esenzione della tassa di possesso e una polizza assicurativa agevolata sostanzialmente equiparabile a quella applicata per i veicoli d’epoca.

Attenzione però: le modifiche apportate alla norma con la Legge di bilancio di fine 2018, hanno introdotto la necessità di aggiornamento della carta di circolazione con l’applicazione di un apposito tagliandino riportante la dicitura “veicolo di interesse storico collezionistico” per gli esemplari da iscrivere nel ruolo a cui, per uniformità, viene concessa una riduzione della tassa di possesso del cinquanta percento.

Come anzidetto, vi sono delle variabili per le quali consigliamo – regione per regione – di tenersi sempre aggiornati consultando solo fonti ufficiali.

A titolo informativo ed esplicativo, comunque, proponiamo due esempi diversi tra loro. La prima, la soluzione adottata dal Veneto che, con la Legge Regionale n. 30 del 23/12/2022 ha stabilito, a decorrere dal 1 gennaio 2023, la riduzione di un ulteriore 25% – in aggiunta al 50% già stabilito all’articolo 63, comma 1 bis della legge 21 novembre 2000, n. 342 – del pagamento della tassa automobilistica per gli autoveicoli e i motoveicoli di interesse storico e collezionistico con anzianità

di immatricolazione compresa tra i venti e i ventinove anni, nel rispetto dei requisiti di cui al citato articolo 63, comma 1-bis della legge 21 novembre 2000, n. 342.

Per la Lombardia, invece, già dal 1 gennaio 2022, è prevista l’esenzione dal pagamento del bollo e dalla tassa di circolazione automaticamente riconosciuta ad autoveicoli e motoveicoli iscritti nei registri riconosciuti purché si sia provveduto a far annotare sulla carta di circolazione il Certificato di Rilevanza Storica del veicolo secondo le modalità di cui all’art. 1, comma 1048, della legge 145/2018, rivolgendosi agli uffici della Motorizzazione Civile o presso gli Sportelli Telematici dell’Automobilista.

Alfa Romeo storiche

Dettaglio logo Bertone su Montreal

Dettaglio: quadrifoglio verde su Giulia TI Super

La Lista Chiusa

C’è poi un’ulteriore e ristretta categoria tutelata dal Registro Italiano Alfa Romeo che, mediante una “lista chiusa”, ha individuato una serie di vetture che per design, tecnologia o attività agonistica disputata sono state ritenute meritevoli di attenzione e salvaguardia anche se non ancora di interesse storico e per cui la sola Regione Lombardia da diversi anni consente delle agevolazioni.

Certo, è chiaro che molte di queste indicazioni poco abbiano a che fare con la “passione” intesa in senso stretto, quella che coinvolge ciascun appassionato collezionista, ma è chiaro che una precisazione in tal senso possa essere utile a ognuno di noi per meglio districarsi nella fiscalità relativa al settore.

Al di là di tutto, parafrasando una dichiarazione del presidente dell’ASI, Alberto Scuro, va sottolineato come il nostro Paese sia la culla della motorizzazione mondiale e da qui derivano la nostra cultura e il nostro rispetto per queste opere d’arte in movimento, quello che dobbiamo continuare a preservare come custodi.

Alfa Romeo storiche

Montreal “La massima aspirazione dell’uomo”

Giulietta TI, la prima auto della collezione

Articolo di Ivan Scelsa e foto del Museo Fratelli Cozzi.