arnaldo e la bellezza necessaria
8 giugno, 2021
Perché portare arnaldo il ghepardo in triennale milano e non un trofeo di munari? è una scelta che ha a che vedere con la bellezza.
Finalmente possiamo svelarlo: all’appuntamento del 4 giugno in Triennale Milano ci siamo andati con uno dei pezzi forti del Museo, Arnaldo il Ghepardo.
Non stiamo scherzando, lo abbiamo fatto sul serio e adesso vi spieghiamo anche il perché.
La premessa è che insieme al Circuito Lombardo Musei Design abbiamo partecipato al progetto I Luoghi del Design – Tre giorni di incontri in Triennale Milano: racconti, proiezioni e una mostra. Con altri 26 musei del circuito abbiamo fatto parte della mostra “Un viaggio nel Paese del design” allestita al primo piano di Triennale Milano e del talk “Oggetti unici”, il racconto di un oggetto mai visto di ciascuna collezione.
Abbiamo pensato a lungo, chiedendoci: quale oggetto potrebbe rappresentare meglio il Museo in Triennale Milano? La scelta era davvero ampia, perché il nostro Cozzi.Lab contiene molti oggetti preziosi e significativi: trofei firmati da artisti come Fontana, Pomodoro e Munari, modellini rari e schizzi firmati da designer come Bertone, Pininfarina e Zagato.
È stato in quel momento che il nostro sguardo è caduto su Arnaldo il Ghepardo, sulla carta esattamente l’opposto dell’idea di bellezza e di design che il mondo intero riconosce e ha sempre riconosciuto ad Alfa Romeo.
Arna e Arnaldo, la storia
Le Alfa Romeo sono state le auto dei vip, ammirate e desiderate da tutti. Noi lo sappiamo bene perché al Museo conserviamo foto degli anni ’60 e ‘70 con personaggi iconici come Gina Lollobrogida, Sophia Loren e addirittura i Beatles a bordo di queste auto.
Siamo negli anni Ottanta (in effetti, erano gli anni delle spalline di gommapiuma e dei capelli cotonati) e in Alfa Romeo, nell’intento di rilanciare le vendite, decidono di produrre un nuovo modello che possa fare concorrenza alla popolarissima Volkswagen Golf.
A causa dei tempi e dei costi, la realizzazione di un’automobile da zero non sembra una strada percorribile e perciò Alfa Romeo prende in considerazione una joint venture con un altro costruttore, scelta pionieristica all’epoca.
Viene scelta la Nissan, produttrice giapponese e perciò sulla carta tecnicamente ineccepibile, caratteristica fondamentale visti anche i problemi di qualità riscontrati nella produzione della Alfasud.
Arna è un acronimo e sta per Alfa Romeo Nissan Auto, perché è stata costruita in collaborazione con la casa giapponese dal 1983 al 1987.
Sembra il matrimonio perfetto: il genio tecnico e lo stile italiani realizzati con la meticolosità e la qualità giapponesi.
Il matrimonio, si scopre presto, è tutto tranne che perfetto. Lo stile nipponico e la meccanica italiana non danno i frutti desiderati. Il modello non convince né il pubblico né la stampa specializzata, soprattutto per l’eccessiva somiglianza con il modello originale: la Nissan Cherry. Insomma, Arna è sostanzialmente una Nissan rimarchiata Alfa Romeo. Un gesto imperdonabile, per gli appassionati del design Made in Italy.
“Mio padre Pietro racconta spesso una storia a riguardo – spiega Elisabetta Cozzi, direttrice del Museo Fratelli Cozzi -. Alla presentazione ai concessionari di Arna, in una serata nella splendida Taormina e in riva al mare, l’auto arrivò dal cielo, portata da un elicottero, illuminata da potenti fari. Dal pubblico si levò una voce unanime: “buttatela in mare”! Questo, se vogliamo, la dice lunga sull’accoglienza nei confronti dell’Arna”.
L’auto non era bella di suo, ma niente in confronto alla campagna marketing che le venne costruita attorno. La pubblicità in tv urlava “Arna, e sei subito alfista!” con un testimonial baffuto e con poco appeal. Anche la mascotte, Arnaldo il Ghepardo, non brillò certo per bellezza e stile.
Come si poteva pensare di distruggere in questo modo un’icona di stile e design come Alfa Romeo?
Se abbiamo scelto di portare nel tempio del design e della cultura Arnaldo il Ghepardo è perché vogliamo che la mascotte dell’Arna ci sia da monito affinché il design non sia considerato qualcosa di accessorio ma vero valore. La bellezza è necessaria e se ne sente molto la mancanza quando, per qualche motivo, è dimenticata.
Noi, grazie a Circuito Lombardo Musei Design e Triennale Milano, non ce ne dimenticheremo. E voi?
Qualche info in più:
Circuito Lombardo Musei Design nasce per dare valore al patrimonio posseduto da archivi e musei di Design della Lombardia; collezioni di grande interesse e di levatura internazionale, ospitate in spazi museali di eccezionale cura e fascino. Dal Museo Kartell al Molteni Museum, dall’Archivio Gae Aulenti alla Fondazione Achille Castiglioni, sono quasi 30 i soggetti aderenti a questo Circuito.
Triennale Milano è un’istituzione culturale internazionale che produce mostre, convegni ed eventi di arte, design, architettura, moda, cinema, comunicazione e società. Organizza mostre di grande visibilità e attenzione come quelle dedicate all’arte contemporanea, agli architetti e designer di fama nazionale e internazionale, ai grandi stilisti che hanno cambiato il gusto e il costume, ai temi sociali. Dal 2007 è sede di Triennale Design Museum.
Oggetti unici è il talk a cui abbiamo partecipato con Arnaldo il Ghepardo: faceva parte de I Luoghi del Progetto, la tre giorni (4-5-6 giugno) in Triennale Milano