Le 100 candeline del quadrifoglio
26 marzo, 2023
celebriamo il secolo di vita del simbolo di alfa romeo con il contributo della nostra cara amica elvira ruocco
Il Quadrifoglio, simbolo dell’Alfa Romeo più famoso, spegne 100 candeline: comparve infatti per la prima volta su una vettura sportiva Alfa Romeo nel 1923.
Nelle foto in questo articolo ci sono solo alcuni dei quadrifoglio che appaiono qua e là nel nostro Museo… l’invito, ovviamente, è quello di venire di persona a cercarli tutti.
Per festeggiarlo, condividiamo un articolo scritto dalla cara amica del Museo Elvira Ruocco dedicato a questo portafortuna così famoso: grazie Elvira per averci permesso di usarlo e buona lettura a tutti!
Il Quadrifoglio portafortuna dell’Alfa Romeo compie cento anni e cambia look – DI ELVIRA RUOCCO
Il famoso talismano che da sempre distingue le vetture sportive dell’Alfa Romeo comparve per la prima volta sulla R.L del 1923. Si racconta che fu scelto perché mancava uno stemma che contraddistinguesse le automobili da corsa dell’Alfa, ma c’è anche un’altra versione più accreditata: alla Targa Florio del 1923, una R.L con il numero 17 fu affidata a Ugo Sivocci il quale per scaramanzia prima della partenza si fece dipingere sul cofano un Quadrifoglio verde. Lo aveva voluto sulla parte più avanzata del radiatore su uno sfondo bianco a forma di quadrilatero e fece bene perché portò alla vittoria la sua vettura che fu ribattezzata: R.L.“Targa Florio”. Appena quattro mesi più tardi, durante le prove del Gran Premio d’Italia a Monza, Sivocci perse la vita per un’uscita di pista alla curva del Vialone mentre si trovava al volante di un’altra Alfa Romeo, la P.1 numero 17 priva di talismano che era stata progettata nell’autunno del 1922 da Giuseppe Merosi e dal suo aiutante Antonio Santoni. Sivocci morì sul colpo e da quel giorno quel numero di gara non è stato mai più assegnato alle auto da corsa italiane. Quella curva oggi si chiama “Curva Ascari” ma avrebbe potuto portare il suo nome perché Sivocci è stato la prima vittima dell’autodromo di Monza.
In segno di lutto l’Alfa Romeo si ritirò dalla gara. Per la verità, l’Alfa Romeo R.L non fu la prima a fregiarsi del Quadrifoglio. Qualche anno prima della nascita dell’Alfa, una famosa vettura francese, la “Brasier”, nota per aver vinto diverse edizioni della Gordon Bennet Cup, sul radiatore aveva come marchio di fabbrica un Quadrifoglio smaltato racchiuso in un cerchio dorato; e ancora, un Quadrifoglio verde apparve per la prima volta su aeroplani da bombardamento della 10^ Squadriglia Caproni il 25 maggio del 1916 sul campo di Villaverla a Thiene.
Ma torniamo all’Alfa Romeo: dopo la morte di Sivocci il Quadrifoglio subì una modifica, lo sfondo bianco assunse una forma triangolare, fu spostato dal cofano alle fiancate e fu convertito nell’insegna permanente delle vetture sportive del Portello. All’inizio degli anni Sessanta l’Alfa ne diffidò l’uso in campo automobilistico a mezzo stampa; un Quadrifoglio di colore verde fu registrato nel 1963 presso l’Ufficio Centrale Brevetti e nel mese di maggio del 1968 venne depositato un secondo Quadrifoglio a semplice tratto nero con il gambo a destra, ma quello più correntemente usato differisce dal primo perché ruotato di 90 gradi.
Dalla vittoria di Sivocci del 1923, il Quadrifoglio si è identificato con le vetture dell’Alfa Romeo a partire dalla P2 trionfatrice nel primo Campionato del Mondo nel 1925 e proseguendo nel 1950 e nel 1951 con le Alfetta 158 e 159 vincitrici rispettivamente con Giuseppe (Nino) Farina e Juan Manuel Fangio dei primi due Campionati del Mondo di Formula 1. Poi negli anni Sessanta, un Quadrifoglio verde riappare sulla versione da corsa della Giulia (la TI Super), e dal 1963 per più di vent’anni, viene accostato al triangolo azzurro dell’Autodelta in una lunga collana di vittorie: dalla GTA alla 33, passando per i due Campionati Mondiali vinti dalla 33 TT 12 nel 1975 e dalla 33 SC 12 nel 1977. Dopo il ritorno in F1 e le vittorie nelle corse per vetture turismo con la GTV 6 2.5, nel 1993 fu la 155 V6 TI a trionfare nel DTM e dal 1998 al 2004 la 156 registra un gran numero di vittorie nel Superturismo.
Il simbolo del Quadrifoglio Oro è stato poi apposto sui modelli di serie costruiti dagli anni ’80: a cominciare dall’Alfasud e dall’Alfetta (rispettivamente del 1982 e 1983), alle quali sono seguite: l’Alfasud TI e l’Alfasud Sprint entrambe Quadrifoglio Verde; i vari modelli della 33 Quadrifoglio Verde dal 1983 al 1991 e anche nella versione Station Wagon; l’Alfa 6 Quadrifoglio Oro; l’Alfa 75 Quadrifoglio Verde, la 164 del 1992, e ancora la Giulietta e la Mito.
Per finire, una nota curiosa. Alla fine degli anni Sessanta il Quadrifoglio era diventato una moda, gli automobilisti lo applicavano sulle loro vetture anche se non erano delle Alfa. La rivista trimestrale dell’Alfa Romeo “Il Quadrifoglio” nata nel 1966 (diretta da Leonardo Sinisgalli, condirettore Franco Massari, che durò fino al 1973 n.d.r.) realizzò un sondaggio dal quale emerse che l’applicazione dell’adesivo sulle vetture non era una mania esibizionistica ma piuttosto un segno di distinzione sportivo e soprattutto beneaugurante.
Ancora oggi gli Alfisti sfoggiano con orgoglio il portafortuna più famoso in campo automobilistico che negli anni ha assunto un significato molto importante, ma per l’Alfa Romeo in tanti anni di gloriose vittorie sportive, più del quadrifoglio hanno contato i cavalli sotto il cofano.