Scritto da Elvira Ruocco
Elvira Ruocco, memoria storica dell’Alfa Romeo grazie alla sua ultra ventennale esperienza presso il Centro di Documentazione Storica Alfa Romeo, è entra a far parte del team del Museo e nella rubrica “Elvira Racconta” condividerà curiosità e aneddoti che non si conoscono o non si ricordano. Ripercorreremo insieme a lei la leggendaria storia dell’Alfa Romeo.
Alfa 75: Nel cuore degli Alfisti.
Un’ occasione per ricordare una storia leggendaria e tutti coloro che hanno contribuito a creare il mito Alfa ma anche per attrarre e motivare nuove generazioni a tenere ancora vivo questo mito negli anni a venire.
Così chiamata, perché presentata nel 1985 in occasione del 75^ anniversario dell’Alfa Romeo, la 75 è considerata dagli Alfisti puri, l’ultima vera Alfa, essendo stato l’ultimo modello progettato ad Arese prima del passaggio alla Fiat. Il primo modello in gesso a grandezza naturale, chiamato K1, fu realizzato dal Centro Stile diretto da Ermanno Cressoni nel 1982, ma fu pensato prima di questa data, praticamente in coincidenza con l’Alfa 90 che aveva la sigla di progetto K2.
Fu presentata alla stampa il 17 maggio del 1985 con cinque motorizzazioni: 1.6, 1.8, 2.0, e V6 2.5 e 2.0 turbo con intercooler da 95 CV. Erede della Giulietta del ’77, la 75 fu presentata in un momento finanziariamente molto difficile per l’ Azienda che festeggiava il suo 75^ compleanno ed era ancora di proprietà dell’IRI.
Prima dell’inizio della produzione fu oggetto di un insolito ed utile test per la messa a punto definitiva di un nuovo modello, ovvero una “prova clienti” alla quale furono invitati a partecipare, per venti giorni, seicento dipendenti dell’Alfa i quali compilarono una “pagella” fornendo preziose indicazioni per ritocchi e miglioramenti.
La piacevolezza di guida della 75 è dovuta alla sua classica impostazione di base con trazione posteriore, cambio in blocco con il differenziale e il ponte De Dion, soluzioni che le garantirono un’eccellente tenuta di strada e una grande maneggevolezza..
A Parigi, fu presentata con una spettacolare pubblicità: Un pannello con una Alfa 75 a grandezza naturale in rilievo, a nove metri da terra, senza dubbio si faceva notare ma la cosa straordinaria è che dal finestrino il guidatore, in carne ed ossa, agitava la mano salutando. Sei di questi pannelli “umani” furono collocati in altrettanti punti strategici della Périphérique a Parigi dove transitavano ogni giorno 250.000 vetture. Una ventina di giovani avevano accettato di starsene seduti in turni di quattro ore dalle 8 del mattino alle 22 di sera su una poltrona imbottita retta da una struttura in metallo, potevano ascoltare la radio a basso volume e avevano anche una piccola lampada per dare un’occhiata a libri e giornali, nelle piccole pause. Il loro compito era quello di salutare le vetture in passaggio. Il disagio non era lieve in quanto dovevano sopportare il freddo e bere era assolutamente vietato. Dopo la prima settimana, per le rimanenti tre, i giovani furono sostituiti da manichini.
E sempre a scopo pubblicitario, l’Alfa fece realizzare un cortometraggio che fu girato a Cinecittà. Il film aveva come protagonista la macchina stessa, la quale giungeva negli studi per la realizzazione di uno spot, ma si perdeva tra vari set di film in lavorazione, tra cui 007, Dracula e Mary Poppins, interagendo con i personaggi stessi.
Per finire, all’Alfa 75 non si può non associare il ricordo di una mostra: “Alfa: Immagini e percorsi” , curata da Angelo Tito Anselmi e allestita da Franco Origoni, che si tenne presso la Triennale di Milano dal 16 settembre al 30 ottobre per ricordare il 75^ anniversario e alla cui riuscita l’Archivio Storico diede un grosso contributo nella ricerca della documentazione esposta. Fu un’occasione preziosa per raccontare attraverso un materiale ricco e suggestivo di immagini e di ricordi, una delle più significative storie industriali del nostro Paese.